(nella foto ragazzi africani del progetto di accoglienza del Comune di Foligno nell'ambito del sistema SPRAR)
In occasione dell’evento organizzato da TAMAT dal titolo “Imprenditoria Migrante: sviluppo e crescita dell’imprenditoria tra i migranti”, una giornata di lavori a Perugia per SENTIM - Social ENTrepreneurship for Immigrants progetto finanziato dal programma Erasmus+, abbiamo ascoltato e raccolto esperienze importanti sul ruolo degli immigrati nello sviluppo.
Ci hanno appassionato le parole di Suleman Diara della cooperativa sociale Barikamà sulla sua iniziativa che e’ partita da “come si fa lo yogurt in Africa”, a cavallo tra contesto associativo, iniziativa economica cercando di coniugare l’impegno solidaristico e l’attivazione di benefici sociali con la produzione di reddito. Oggi la cooperativa impiega 7 persone da 5 paesi africani e 1 italiano con sindrome di Asperger. Attraverso questo progetto di solidarietà trasversale, Suleman parla di progettualità responsabile e sostenibile da implementare nei paesi d’origine a partire dal suo, il Mali, da dove partito nel 2004 tra speranza e sfruttamento nei campi di Rosarno, quale strada da percorrere per ribilanciare il rapporto tra aspirazioni personali di chi emigra, controllo dei flussi migratori per i paesi che accolgono e il problema del lavoro che trova sbocchi nell’emigrazione nei paesi poveri.
E una progettualità legata al processo con il quale si connette il contesto di approdo con quello di origine, può acquisire una fisionomia “translocale”, con il coinvolgimento dei migranti in progetti concepiti in Europa per essere implementati nel loro paese di origine. Lavorare su questo elemento di ancoraggio con i governi locali nei paesi di origine e destinazione, e’ la mission di Modou Gueye, leader della diaspora Senegalese in Italia e presidente dell’associazione socio-culturale SUNUGAL. Si parte dalla formazione professionale delle comunita’ migranti in competenze chiave quali progettazione, amministrazione e comunicazione e lo scambio di buone pratiche attraverso una azione attenta volta a rafforzare i legami con i paesi d’origine su lavoro e creazione d’ impresa.
Modou parla di esperienze individuali la sua di immigrato arrivato in Italia nel 1990 e di come in questi anni ha lavorato con le parti sociali e governative in Senegal e in Italia per potenziare il rapporto tra il contesto di approdo e quello di origine: ci informa che il segretario generale di SUNUGAL in Senegal e’ dottorando presso l’Università degli Studi di Milano con una tesi su co-sviluppo. Dati alla mano Modou Gueye ha illustrato il percorso formativo laboratoriale Migrant Trainer promosso da SUNUGAL grazie al sostegno di Barclays per il rafforzamento delle competenze delle comunita’ migranti: ad oggi il percorso ha formato 50 migranti cittadini di 30 Paesi Terzi.
A Migrant Trainer si aggiungono altre esperienze positive portate avanti in questi anni da SUNUGAL: “Sartoria Dakar” lavora con l’obiettivo di favorire iniziative di scambio tra Italia e Senegal ed interviene in entrambi i paesi, fungendo da rete di collegamento tra gli immigrati in Italia e le famiglie rimaste in Senegal; Sunu Gis Gis che in wolof significa “il nostro punto di vista”è una linea di moda italo-senegalese Gis Gis con i capi del Centre Socio-Culturel de Formation en Coupe et Couture di Guediawaye (Dakar) che arrivano in Italia grazie a collaborazioni sul campo con tra gli altri l ’Accademia della Moda di Cagliari.
Nel contesto dell'interdipendenza, il co-sviluppo implica che i problemi economici, sociali ed ambientali nel Sud hanno ripercussioni per altri paesi, laddove il miglioramento nelle condizioni di vita dei paesi in via di sviluppo ha ripercussioni positive sulla comunità internazionale. E per SUNUGAL co-sviluppo è innanzitutto capacity building, attraverso la formazione professionale, counselling e orientamento (progetto BASE) affiancati dalla dimensione imprenditoriale, degli investimenti pubblici e privati e utilizzo produttivo delle rimesse. Quello che emerge chiaramente dall’esperienza pioneristica di SUNUGAL è l’efficacia degli interventi dipende in larga misura dalla creazione di partenariati territoriali a livello locale in Italia come in Senegal.
Le diaspore sono centrali al co-sviluppo inteso in modo ben più ampio e non limitato a considerare gli immigrati protagonisti del proprio sviluppo attraverso una buona integrazione nelle società in cui risiedono, ma aperto all’intera dimensione territoriale quale cooperazione effettiva tra territori.
La cooperazione allo sviluppo attraverso la nuova legge italiana sulla cooperazione internazionale, n. 125/2014, può assumere un ruolo decisivo con un “grande piano” di sviluppo con l’Africa per i prossimi decenni, valorizzando il settore privato e i mercati locali e il rapporto con le diaspore con la chiara finalità dell’occupazione e della riduzione delle povertà, a beneficio reciproco.
Ascolta Suleman DIARA dai campi di Rosarno all’ Associazione di Promozione Sociale e Cooperativa Sociale Barikamà e Modou GUEYE presidente dell’Associazione SUNUGAL per Impreditoria Migrante una giornata di lavori a Perugia per SENTIM - Social ENTrepreneurship for Immigrants progetto finanziato dal programma Erasmus+ .