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Progetti di sostegno per agricoltura e sviluppo rurale. Presi a modello i gruppi di azione locale (Gal)

Tirana - C’è anche un pezzo d’Umbria in questi giorni a Terra Madre Balcani 2016  la manifestazione con cui Slow food valorizza la biodiversità nei paesi dell’Est Europa, scegliendo Tirana come sede per questa quarta edizione intitolata, “Dar Voce ai Contadini”. E nello stand della Cooperazione italiana  è presente anche  Tamat con vari   interventi  su igiene, sicurezza e  qualità alimentare. Elementi portanti del  progetto C.R.E.A.R.E.per il rilancio dell’economia rurale nella regione di Korçe.

Finanziato dal Programma Italo-Albanese di Cooperazione allo Sviluppo, CREARE  vede anche la collaborazione con  il Comune di Città di Castello. Tutto all’interno di due accordi con il Governo Albanese: quello della Regione Umbria nel 2014 e l’altro dell’Università di Perugia nel 2015. Il modello da costruire si ispira al Sistema dei Gal italiani (Gruppi di azione locale).

Tamat è la struttura tecnica che ha elaborato la proposta risultata tra le 12 ammesse a finanziamento da parte dell’Unione Europea su un totale di 96 presentate per il bando IADSA per la conversione del debito albanese nei confronti dell’Italia. Il progetto guarda ai piccoli agricoltori, disoccupati, giovani, donne, con particolare attenzione a coloro i quali non possono accedere al normale sistema di credito per la mancanza di garanzie collaterali. Prevede un insieme di azioni che coinvolgeranno anche i 700 studenti (giovani e adulti) dell’ l’Istituto professionale Isuf Gjata

Il programma internazionale di sviluppo rurale del paese Balcanico, C.R.E.A.R.E., e’ partito ufficialmente dalla visita a febbraio 2015 di Edmond Panariti, Ministro dell’Agricoltura, Sviluppo Rurale e Risorse Idriche del Governo della Repubblica di Albania a Citta’ di Castello.  Sempre nel 2015 il Ministro Edmond Panariti ha ricevuto la Laurea Magistrale “honoris causa” in Medicina VeterinariaAgricoltura durante una cerimonia solenne nell’Aula Magna della Sede centrale dell’Università degli Studi di Perugia. E all’anno scorso risale l’accordo di  cooperazione internazionale tra l’Università di Perugia e il ministero dell’Agricoltura, Alimentazione e Sicurezza alimentare dell’Albania, che troverà attuazione in singoli progetti operativi.Un paese appena fuori dell”Europa, ma che naturalmente ne fa parte con la forza delle identita’ locali, l’orgoglio di un alfabeto di 36 segni, una storia e geografia che impongono una visione inclusiva dei Balcani come esortato dal Presidente Sergio Mattarella durante la sua recente visita a Sarajevo.

Tamat è presente nei Paesi Balcanici dal 1998 con progetti di cooperazione e sviluppo rurale  per sostenere lo sviluppo rurale, adottando l’approccio LEADER, Liaison entre actions de développement de l'économie rurale (Collegamento tra azioni volte allo sviluppo delle economie rurali) e supportare il percorso di pre-adesione dell’Albania all’Unione Europea. Tamat da anni progetta e realizza interventi in ambito cooperazione internazionale allo sviluppo con obiettivo quello di connettere la filiera del cibo: chi coltiva o alleva con chi consuma. Di rapporto stretto con i contadini e la centralità del consumo alimentare consapevole si parlera’ durante i quattro giorni a Tirana. 

 In questi anni Tamat ha lavorato dal Sahel, ai Balcani all’America Latina co-progettando con le comunita’ locali per uno sviluppo sostenibile: in Burknia Faso all’interno del progetto RASA, ha lanciato il ristorante pedagogico comunitario La Jardinière, nei Balcani ha all’attivo diversi progetti di sviluppo rurale tra i quali C.R.E.A.R.E., e in America Latina  sta lavorando sul  progetto transfrontaliero SAYWA nelle province di confine di Perù e Bolivia, per promuovere lavoro autonomo per 240 persone, tra donne e giovani indigeni e migranti di ritorno . Nel 2015 a Perugia Tamat ha lanciato un progetto del programma europeo Erasmus+ Social Start Ups all’interno del quale si sta sperimentando, come anche attraverso il modello organizzativo dei GAS (Gruppi di acquisto solidale), si possa fare impresa sociale.

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