LincomAlvarez

 

La Paz, Tihuanaku (Bolivia) Lincoln Alvarez artista e scultore

Nella sua bottega Lincoln Alvarez realizza le sue opere su pietre e marmi locali antichi. Li intaglia come quelli originali, lasciando alcune differenze in modo da non voler fare delle copie “perfette” che gli ignari turisti potrebbero pensare autentiche. I sui lavori in pietra vengono venduti nella “Zona Sur”, il nuovo quartiere residenziale della città di La Paz, costruito seguendo l’immagine occidentale. Questo quartiere ha poco a vedere con la vera La Paz, ma attira molti turisti, boliviani con soldi e capitali stranieri. Lincoln Alvarez ha partecipato con interesse ai primi incontri esplicativi sul progetto SAYWA e pensa che se potesse partecipare sarebbe una buona occasione per formalizzare la sua micro impresa.

L’economia informale è una realtà immensa che assorbe oltre la metà della popolazione attiva mondiale e oltre il 90 per cento delle piccole e medie imprese — cifra che non tiene conto della miriade di microimprese nei paesi in via di sviluppo. Di conseguenza, per milioni di lavoratori e di unità economiche in tutto il mondo, le condizioni di lavoro sono scarse e non esistono i diritti sul lavoro. Bassa qualità dell’occupazione, protezione sociale inadeguata, scarsa governance e bassa produttività sono alcuni degli ostacoli incontrati dai lavoratori e dalle imprese intrappolate nell’informalità. In America Latina e nei Caraibi, la quota dell’occupazione informale non agricola è compresa tra il 39,8 per cento in Uruguay e il 75,1 per cento in Bolivia (fonte: ILO News).

Il programma FORLAC, lanciato dall’Ufficio regionale dell’ILO per l’America Latina e i Caraibi, ha realizzato un grosso lavoro di analisi in funzione del quale sono state formulate raccomandazioni strategiche e linee guida per facilitare la transizione dall’economia informale verso l’economia formale.

Con il progetto SAYWA, co-finanziato dal programma operativo della Commissione Europea EuropeAid all’interno del programma tematico triennale Investire nelle persone coordinato dalla Municipalità di Capachica (Perú) di cui TAMAT è partner insieme alla Municipalità di Tiahanuacu (Bolivia) e due associazioni peruviane: ACOFAPE e MALLKU e attraverso i beneficiari (donne, giovani e migranti di rientro) del fondo a cascata “abbiamo osservato un cambio di mentalità che ha facilitato la transizione verso la formalità”, commenta la presidente Patrizia Spada in missione in questi giorni in Bolivia e Peru.

Le attività di erogazione del “fondo a cascata” hanno come duplice obiettivo quello di consentire l’accesso a risorse finanziarie da parte di soggetti svantaggiati normalmente esclusi dai sistemi creditizi locali e dall’altro stimolare e incentivare uno sviluppo economico locale inclusivo e sostenibile attraverso la formazione, l’accompagnamento e il monitoraggio di tutte le attività e iniziative di micro-impresa e nelle filiere di artigianato, turismo di comunità e dei servizi dedicati all'ospitalità.

Il personale dell'Associazione ACOFAPE e dell’istituto MALLKU assistono e accompagnano  nell'implementazione delle attività con TAMAT a supporto del monitoraggio valutazione, e follow-up sulla valutazione dell’impatto sociale del progetto.

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