bonbons nigeria

di Pierre Yelen - È un giovane agronomo, specializzato a Lagos in economia agraria. Lambert ha appena superato la trentina e lavora con passione in un programma di lotta all’erosione dei suoli, nel sud-est della Nigeria. Una regione fortemente popolata dove la conservazione della fertilità dei terreni agricoli riveste un’importanza prioritaria per il perseguimento della sicurezza alimentare.

Lavoriamo nello stesso team. È preparato e il suo dinamismo è prezioso. A volte, però, è faticoso collaborare con lui. Si ostina su posizioni insostenibili, da un punto di vista tecnico. Non capisco perché lo faccia, non avendo né interessi specifici da difendere né una scuola di pensiero da seguire acriticamente.

Fuori dal lavoro ci frequentiamo. Qualche volta si va a mangiare insieme; è la sua occasione per mostrare un carattere solare e per niente spigoloso.

Domenica ci sarà il funerale del padre, a Oguta, il suo villaggio natale.

Non posso mancare.

Arrivo insieme a Jonatha. L’atmosfera è di festa più che da funerale. Lo spazio consacrato alla cerimonia è all’aperto. Tutto il villaggio è invitato. Non so quante persone ci sono ma siamo nell’ordine di qualche centinaio. Ci sono quattro tendoni sotto i quali si trovano tavoli imbanditi con cibo, bevande e l’inevitabile musica. Nell’ultimo c’è un gruppo locale che suona qualsiasi cosa, dal blues a canti tradizionali, fino alla disco-music.

I giovani ballano e mangiano. I meno giovani discutono, seduti in cerchio, all’ombra.

Ecco Lambert. Ci salutiamo con una stretta di mano e gli faccio le mie condoglianze. Gli dico una frase di circostanza, e forse un po’ rituale, sul tempo necessario per assorbire il lutto e ristabilire un nuovo equilibrio di vita.

Mi osserva con un’espressione strana, tra lo stupito ed al limite del beffardo. Annuisce con la testa dicendomi che ha avuto già tutto il tempo per elaborare il lutto. Si allontana quasi subito, deve far fronte ai doveri familiari di rappresentanza: è il primogenito.

Si congeda con uno sguardo strano, come se volesse sottolineare una mia gaffe. A mia volta, con un’espressione interrogativa, e senza parlare, chiedo a Jonatha un aiuto. “Il babbo è morto dieci anni fa, è ovvio che ha avuto già tutto il tempo per fare i conti con questa perdita grave!”

Mi spiega che il funerale di una maggiorente del villaggio deve essere fatto seguendo la tradizione, che si basa su regole consolidate.

È costoso.

Solo in questo periodo la famiglia di Lambert è riuscita ad avere le risorse necessarie per organizzarlo come da protocollo: dieci anni dopo la scomparsa del padre.

Forse comincio a capire. Il lavoro per produrre colture alimentari è necessariamente condizionato dalla cultura locale che incide in maniera decisa sui punti di vista. Il binomio coltura-cultura influenza anche l’interpretazione dei libri d’agronomia che, apriori, sembrano “inconfutabili”.

28 Agosto 2020

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